• CAPO CACCIA

    Il Capo calcareo è un simbolo della città di Alghero

  • NURAGHE PALMAVERA

    La capanna delle riunioni rappresenta il cuore del villaggio

  • ANGHELU RUJU

    La necropoli ha ben 30 Domus de Janas

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Geologia

Circa 190 milioni di anni fa tutta la Sardegna risultava ancora parte della Francia meridionale. A quell’epoca, nelle profondità del mare, iniziò a formarsi il sistema calcareo che caraterizzerà così tipicamente la grande baia di Alghero e la baia di Porto Conte. La roccia calcarea si forma sul fondale oceanico soprattutto grazie al sovrapporsi di scheletri e gusci di organismi marini che abitavano in quell'epoca remota. È proprio in questo periodo (Giurassico) che i grandi rettili acquatici chiamati Plesiosauri dominavano le acque salate anche della futura Alghero.

L’epocale cambiamento avviene intorno a 24 milioni di anni fa quando il blocco sardo-corso si stacca dal continente franco-iberico iniziando la rotazione antioraria che lo porterà verso la penisola italica. A circa 6 milioni di anni fa si attesta l’assestamento tettonico che fa emergere Capo Caccia, Punta Giglio e tutte le isole minori che ora possiamo ammirare nella loro frastagliata bellezza.

L’ultimo importante evento geologico che dobbiamo ricordare è il distaccamento che Corsica e Sardegna subirono da 1,4 milioni sino 22.000 anni fa. In questo periodo si formano arcipelaghi di grande bellezza e l’alternarsi delle glaciazioni rende possibile la colonizzazione umana della Sardegna sfruttando l’arco Tosco-Corso.

La Storia

Proprio grazie al periodo glaciale l’uomo inizia ad abitare la Sardegna. Le prime testimonianze che abbiamo nell’Algherese risalgono al Neolitico Antico circa 6000 a.C. La Grotta Verde di Capo Caccia ci restituisce materiale fittile, non ci dobbiamo stupire che proprio dalle grotte risalgano le principicali ‘fonti’ archeologiche che possediamo poiché i nostri antenati le prediligevano in quanto riparo sicuro con temperature omogenea durante le stagioni.

Dal 3500 a.C. la grande ‘cultura comune del Mediterraneo’ pervade anche la Sardegna. Quel mare vivo che permetteva scambi commerciali e culturali trasmise la religiosità legata alla possente e virile figura del Dio Toro. Questi viene raffigurato anche nelle Domus de Janas che si iniziano a scavare in tutta la Sardegna. L’età dei metalli creò sicuramente il presupposto principale per il futuro fiorire della Civiltà Nuragica. In Sardegna la ricchezza di Rame e la produzione di Bronzo (utilizzando stagno importato dal nord Europa) determinò lo sviluppo di civiltà che necessitavano di difendersi e dimostrare la proprio forza attraverso le eccezionali forme di megalitismo che culminano nel Nuraghe. Dal 2700 a.C. circa si sviluppano pertanto una vera e propria Età dei Metalli. Dal 1500 a.C. la rivoluzione nuragica investe tutta l’isola facendo di questa cultura agro-pastorale una delle più importanti del Mediterraneo Occidentale. Nuraghe, Pozzi Sacri, Tombe dei Giganti e gli stessi Giganti di Monte Prama sono le testimonianze dirette della magnificenza dei nostri antenati.

La civiltà nuragica subisce un progressivo declino durante la media Età del Ferro quando nuove teniche di lavorazione soppiantano il ‘ferro battuto’ e permetto la fabbricazione di utensili e armi in Ferro e Acciaio. L’influenza di Cartagine sull’isola verrà spezzata dalla grande Roma, il più grande Impero che il mondo abbia mai visto. È proprio d’epoca romana l’insediamento di ‘’Nynphaeus Portus’’ nella baia di Porto Conte.

Si dovrò attenderà la matura età medievale per la costruzione della nostra Alghero.

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